Vorrei un’informatica che fosse considerata una professione qualificante, dove non ti debbano chiedere di rimando: “…e cosa fai?” Vorrei poter rispondere semplicemente che sono un Informatico, senza aggiungere altro, senza dovermi sentirmi dire “ah, ti occupi di computer”; che è come trovare qualcuno che si sente in dovere di spiegarti la barzelletta dopo che gliela hai raccontata.
Vorrei che fosse come la medicina o l’Ingegneria, non dovrebbe servire altro: nessuno a loro dice di rimbalzo: “ah, ti occupi della salute degli essermi umani”, oppure “ah, ti occupi di costruzioni”.
Sì, certamente ci sono tante specializzazioni come medico e come ingegnere, ma spesso nel sociale non devi aggiungere molto altro. Raramente si entra nel dettaglio di “chirurgo”, “dermatologo” oppure “faccio calcoli in cemento armato”.
Come informatico invece, pare che sei solo uno che “smanetta” e ti prendono per quello che deve saperti dire perché la sua stampante a lavoro non funziona o perché il suo browser va in errore. Ogni domanda che mi viene fatta dopo che si viene a sapere che sono un “Informatico” diventa un test: se non si riesce a configurare la stampante o se non si sa nulla sulla scheda madre AMD124DK/2 si finisce per essere bannati, come incompetenti “ma non avevi detti che eri un informatico”?
In questi quasi 30 anni di informatica mi sono spesso nascosto dietro ad altri titoli “imprenditore”, “libero professionista”, “insegnante” e la cosa finiva lì. Spesso gioco di anticipo e dico “mi occupo di computer” facendola finita lì, perché…
…dire che sei un informatico è come dire “Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo?”.
Le aspettative sono sempre inferiori alle reali capacità: installare Windows 10, configurare la stampante, togliere un virus dal PC del figlio. A un amico medico non viene chiesto di togliere i porri ai figli, certamente l’amico medico sa fare cose di un livello superiore, si offenderebbe. Eppure a noi informatici pare invece che debba essere appagante chiedere un’opinione sul nuovo virus preso dal figlio. Ti sparano nomi e siti “ma non lo conosci il sito YYY?”. IO MI OCCUPO DI Cloud, PaaS, SLC, PLM, MDE, VM, PM non ne so un caxxo di quella roba, ma non sono per questo meno competente. Io faccio cose di cui non hai idea e non sai neppure che esistano, tuttavia sminuisci la mia professionalità pensando di poter parlare con me del mio mestiere. Ma con l’amico medico non ti metti a parlare di ormone peptico, mielina, policitemia … fa il medico, PUNTO, ti basta, lo rispetti come professionista.
Nell’informatica che vorrei, dovrebbe essere sufficiente dire Informatica, lasciando capire che mi occupo di Scienze dell’Informazione; che ho una cultura accademica che spazia dalla matematica, alla logica, all’elettronica allo studio della computabilità. Come tale sono in grado di fare tante cose professionalmente qualificanti ed utili alla società; tutte che ruotano attorno al computer, ad un sistema più o meno complesso di elaborazione dati.
Ma informatico non veicola altro per ora uno che “smanetta” che “ne sa di compiuter” che “e bravo con i compiuter”.
“Io invece non ci capisco niente di quella roba lì” ti dicono sempre, con l’idea che ti deve rendere orgoglioso il fatto che loro non ci capiscono e tu invece “smanetti”. Dovrebbe essere normale che io ne sono tanto e tu NO; accidenti ho dedicato anni di studi universitari e decine di anni di attività sul capo, non si limita ad essere celeri a scrivere sulla tastiera (anzi sono proprio lento) o a sapere cambiare il browser di default, neppure saper fare uno script per inviare un file. Manca la cultura, l’assunzione di base che l’informatico è una professione qualificante, richiede anni di studio e applicazione, è oltre la sfera delle esperienza del quotidiano per molti.
Oggi l’Informatica permette a tutti di avere un PC, ma questo non fa di nessuno un Informatico:
avere la cassetta del pronto soccorso non rendere nessuno un medico,
neppure se sai fare le intramuscolo e questo è bagaglio culturale di tutti.
Ma perché me la prendo così tanto? Perché vorrei che si rendesse merito e rispetto della professionalità di Informatico che si costruisce in decenni di studio ed applicazione. A volte mi pare che ci sia più rispetto per un elettricista o un idraulico.
fonte: Pierfranco Ferronato https://www.linkedin.com/pulse/linformatica-che-vorrei-pierfranco-ferronato